Io su questa terra ci ho messo i piedi....ma non per calpestarla!!!!

sabato 28 marzo 2020


Da DIETA SOSTENIBILE a
VITA SOSTENIBILE


…Tutto è iniziato così!

 
 






Poi, però, non bastava e sono entrata in modalità “IO RESTO A CASA”!

     Molti sanno che, nelle giornate in cui non ho ambulatorio, per stilare i miei piani nutrizionali, vado ugualmente in studio per evitare di stare a casa e smangiucchiare. Questo perché, per dare forma a piani nutrizionali efficaci, ci vuole tempo, riflessione e soprattutto tante ore al computer. Io sono fatta per camminare, parlare e non per stare ferma, la qual cosa mi provoca la classica reazione di “spelluzzico da compensazione”. Con il tempo, ho imparato a controllare tutto ciò, ma perché fare un sacrificio in più se ho una stanza tutta mia, senza tentazioni?!
All’inizio della quarantena un po’ di preoccupazione c’era: “ora resterò sempre a casa, spesso al computer, non vedrò più i pazienti ma li sentirò solo al cellulare (altro strumento che notoriamente non amo moltissimo) diventerò 100kg e perderò il lavoro!”. 

E Non solo…

E’ mia grande premura far passare il messaggio che in questo tipo di percorso, il vero punto di arrivo non è il dimagrimento, ma il consolidamento di nuove abitudini, nuovi gusti e, ancora meglio, NUOVE NECESSITA’. Si riesce a non ritornare alle abitudini precedenti, perché la sensazione di benessere è tangibile ogni giorno e la sua mancanza è immediata, quando alcune abitudini scorrette tentano di ritornare stabili. E’ il momento in cui, uno stile di vita sano non è più un obbligo, è necessità: diventa necessario quel senso di equilibrio dentro e fuori di noi, con le persone e con le cose.

La quarantena mi ha messo alla prova, ma non ho voluto forzare, piuttosto ho voluto vedere dove mi avrebbe portata…..forse HO VOLUTO MISURARE LA MIA COERENZA

Nei primi due giorni, alla sensazione di “fame” fuori dai 5 pasti, ho sopperito con 2 chewingum  (soluzione sconsigliata a chi soffre di meteorismo), uno a metà mattina prima dello spuntino, per riuscire a ritardare il pranzo e uno dopo la merenda per aspettare la cena.
Al terzo giorno, oltre ai piacevoli compiti di mamma, moglie, massaia, maestra di scuola primaria e dell’infanzia…partendo da una richiesta della maestra di scienze di mio figlio, di piantare dei semi, prendersene cura e vederli germogliare(idea accolta con grande piacere!), ho iniziato a fare il mio orto in terrazza, cosa che tanto desideravo. Lavorare la terra, tra l’altro al sole dei primi giorni di questa quarantena, anche se purtroppo in vaso e non direttamente in un campo, è per me come fare ore di yoga: mi tranquillizza, mi apre la mente, mi fa vedere quello che perdo nella corsa delle mie giornate. Allora ho capito che mi dovevo davvero fermare: ero uscita dalle mie abitudini e ne dovevo trovare di nuove, perché il tempo è così prezioso!

Così mi sono anzitutto chiesta cosa altro mi mancasse, oltre l’orto in terrazza ed il tempo in più da dedicare alla mia famiglia; dopo un po’ era chiaro: cucinare con calma e poter condividere le mie ricette, recuperare tutte le foto fatte anche in passato nella speranza di aiutare chi ha meno fantasia e leggere, studiare e fare un po’ di sport. 

Al quarto giorno, ho iniziato a leggere il libro scritto da mio cognato, fermo sul comodino da natale (divorato in tre giorni!), ho letto una ventina di pubblicazioni scientifiche ferme lì da almeno 2 mesi (tempo che per la letteratura scientifica rappresenta delle ere), ho riaperto il mio blog e la pagina facebook, ho sistemato numeri di cellulare ed e-mail in un gruppo di pazienti, per comunicare con tutti più velocemente e dare un servizio in più, ma, soprattutto, tutti i pomeriggi mi sono ritagliata un’ora per fare attività fisica. 

Tutte le nuove abitudini introdotte, mi hanno risvegliato e allietato la mente, la voglia di fare e soprattutto la gioia di fare. L’attività fisica, in primo luogo, ha sostituito i due chewingum, che già al quinto giorno non sono più stati necessari, e mi ha confermato che qualcosa nel mio percorso mancava, qualcosa che chiude il cerchio. 
 
    Ho quindi capito che la ricerca del benessere non si era fermata, non si era arresa, ma si era alimentata di nuove consapevolezze e si era fortificata. 

Nel “tempo libero” non avevo cercato il frigorifero ma attività che mi facessero bene al corpo e alla mente. 
   Ho avuto conferma che il benessere cerca il benessere e si può esprimere nella misura dettata dalle possibilità che abbiamo, o che decidiamo di darci, nei diversi momenti della vita.

        In quarantena è certo più semplice, ma io voglio pensare che questo sia l’inizio di una delle fasi di un percorso di benessere strutturato e solido.

   Mi porterò nell’anima il bagaglio di questi giorni e riorganizzerò i tasselli delle mie priorità…..non lavorerò meno, non posso, 
LAVORERO’ MEGLIO!!

Dott.ssa De Risi Luisa

BUONA VITA….TO BE CONTINUED!

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