Da DIETA SOSTENIBILE a
VITA SOSTENIBILE
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Poi,
però, non bastava e sono entrata in modalità “IO RESTO A CASA”!
Molti sanno che, nelle giornate in cui non
ho ambulatorio, per stilare i miei piani nutrizionali, vado ugualmente in
studio per evitare di stare a casa e smangiucchiare. Questo perché, per dare
forma a piani nutrizionali efficaci, ci vuole tempo, riflessione e soprattutto
tante ore al computer. Io sono fatta per camminare, parlare e non per stare
ferma, la qual cosa mi provoca la classica reazione di “spelluzzico da
compensazione”. Con il tempo, ho imparato a controllare tutto ciò, ma
perché fare un sacrificio in più se ho una stanza tutta mia, senza tentazioni?!
All’inizio
della quarantena un po’ di preoccupazione c’era: “ora resterò sempre a casa,
spesso al computer, non vedrò più i pazienti ma li sentirò solo al cellulare
(altro strumento che notoriamente non amo moltissimo) diventerò 100kg e perderò
il lavoro!”.
E Non
solo…
E’
mia grande premura far passare il messaggio che in questo tipo di percorso, il
vero punto di arrivo non è il dimagrimento, ma il consolidamento di nuove
abitudini, nuovi gusti e, ancora meglio, NUOVE NECESSITA’. Si riesce a non
ritornare alle abitudini precedenti, perché la sensazione di benessere è
tangibile ogni giorno e la sua mancanza è immediata, quando alcune abitudini
scorrette tentano di ritornare stabili. E’ il momento in cui, uno stile di vita
sano non è più un obbligo, è necessità: diventa necessario quel senso di equilibrio
dentro e fuori di noi, con le persone e con le cose.
La
quarantena mi ha messo alla prova, ma non ho voluto forzare, piuttosto ho
voluto vedere dove mi avrebbe portata…..forse HO VOLUTO MISURARE LA MIA
COERENZA.
Nei
primi due giorni, alla sensazione di “fame” fuori dai 5 pasti, ho sopperito con
2 chewingum (soluzione sconsigliata a
chi soffre di meteorismo), uno a metà mattina prima dello spuntino, per
riuscire a ritardare il pranzo e uno dopo la merenda per aspettare la cena.
Al
terzo giorno, oltre ai piacevoli compiti di mamma, moglie, massaia, maestra di
scuola primaria e dell’infanzia…partendo da una richiesta della maestra di
scienze di mio figlio, di piantare dei semi, prendersene cura e vederli germogliare(idea
accolta con grande piacere!), ho iniziato a fare il mio orto in terrazza, cosa
che tanto desideravo. Lavorare la terra, tra l’altro al sole dei primi giorni
di questa quarantena, anche se purtroppo in vaso e non direttamente in un
campo, è per me come fare ore di yoga: mi tranquillizza, mi apre la mente, mi
fa vedere quello che perdo nella corsa delle mie giornate. Allora ho capito che
mi dovevo davvero fermare: ero uscita dalle mie abitudini e ne dovevo trovare
di nuove, perché il tempo è così prezioso!
Così
mi sono anzitutto chiesta cosa altro mi mancasse, oltre l’orto in terrazza ed
il tempo in più da dedicare alla mia famiglia; dopo un po’ era chiaro: cucinare
con calma e poter condividere le mie ricette, recuperare tutte le foto fatte
anche in passato nella speranza di aiutare chi ha meno fantasia e leggere,
studiare e fare un po’ di sport.
Al
quarto giorno, ho iniziato a leggere il libro scritto da mio cognato, fermo sul
comodino da natale (divorato in tre giorni!), ho letto una ventina di
pubblicazioni scientifiche ferme lì da almeno 2 mesi (tempo che per la
letteratura scientifica rappresenta delle ere), ho riaperto il mio blog e la
pagina facebook, ho sistemato numeri di cellulare ed e-mail in un gruppo di
pazienti, per comunicare con tutti più velocemente e dare un servizio in più,
ma, soprattutto, tutti i pomeriggi mi sono ritagliata un’ora per fare attività
fisica.
Tutte le nuove abitudini introdotte, mi hanno risvegliato e allietato
la mente, la voglia di fare e soprattutto la gioia di fare. L’attività fisica, in
primo luogo, ha sostituito i due chewingum, che già al quinto giorno non sono
più stati necessari, e mi ha confermato che qualcosa nel mio percorso mancava,
qualcosa che chiude il cerchio.
Ho
quindi capito che la ricerca del benessere non si era fermata, non si era
arresa, ma si era alimentata di nuove consapevolezze e si era fortificata.
Nel
“tempo libero” non avevo cercato il frigorifero ma attività che mi facessero
bene al corpo e alla mente.
Ho avuto conferma che il benessere cerca il
benessere e si può esprimere nella misura dettata dalle possibilità che
abbiamo, o che decidiamo di darci, nei diversi momenti della vita.
In
quarantena è certo più semplice, ma io voglio pensare che questo sia l’inizio
di una delle fasi di un percorso di benessere strutturato e solido.
Mi
porterò nell’anima il bagaglio di questi giorni e riorganizzerò i tasselli
delle mie priorità…..non lavorerò meno, non posso,
LAVORERO’ MEGLIO!!
Dott.ssa De Risi Luisa
BUONA VITA….TO BE
CONTINUED!
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